Quartiere spagnolo di Erice, antica area sacra

Il magnifico panorama dal Quartiere Spagnolo

Non possiamo concludere la nostra gita ad Erice senza visitare il Quartiere Spagnolo. Infatti dall’alto di questa massiccia e squadrata costruzione chiamata Quartiere Spagnolo, che si estende su uno sperone a nord est, si ammira un magnifico panorama sul golfo del Monte Cofano e sulla Tonnara di Bonagia.

quartiere Spagnolo Erice
sdr

Forse le civiltà più antiche erano sensibili alla bellezza dei luoghi. Ad Erice, per esempio, così come il tempio di Venere, anche l’area del Quartiere Spagnolo ha una bellezza magica che predispone al contatto con il divino.

Non per niente dal quartiere spagnolo passa anche il sentiero chiamato delle Orchidee, che  consente di ammirare oltre a panorami mozzafiato questi magnifici fiori lungo tutto il percorso.

Quartiere Spagnolo antica caserma

L’edificio della caserma per gli armigeri del contingente spagnolo non venne mai ultimato perché intanto la Spagna lasciò la Sicilia per gli avvenimenti storici europei del ‘700.

L’edificazione della caserma sembra che sia stata voluta e finanziata dagli stessi abitanti ericini, infastiditi dal fatto di dover ospitare nelle proprie abitazioni i soldati spagnoli che poi avrebbero insidiato le donne del luogo.

Il Governo spagnolo infatti imponeva l’obbligo alle città di offrire gratuitamente vitto e alloggio ai soldati della guarnigione posta a presidio. 

Così nel 1627 si cominciò la costruzione della caserma dietro la chiesa di Sant’Antonio. L’opera però non vide mai la sua conclusione.

L’area sacra del Quartiere Spagnolo

Si ritiene che la spianata che si apre davanti il Quartiere sia stata anticamente un’area sacra.

Una campagna di scavi archeologici condotta nel 2001 nell’area nord-est di Erice e cioè nel Quartiere Spagnolo ha portato alla luce un piccolo santuario fatto di roccia, probabilmente un Thesmophorion.

E’ presumibile perciò che l’anfratto attualmente antistante la caserma spagnola fosse utilizzato in tempi remoti come area sacra. Gli interventi di scavo hanno riportato alla luce dei depositi votivi, con lucerne ed altri oggetti in terracotta.

I dati archeologici confermano in modo abbastanza chiaro la celebrazione in quest’area di un rito che prevedeva il sacrificio di animali e del banchetto. Lo dimostra il rinvenimento di ossa animali, gusci di molluschi insieme a ceramica da fuoco e vasellame da mensa.

L’abbondante presenza di lucerne, molte delle quali non utilizzate come fonte di luce, si riconnette al culto di divinità femminili associate alla fertilità e a cerimonie di carattere agrario.

La piccola area sacra di Erice pertanto sembra raccogliere molti elementi comuni del rituale del culto di Demetra.

Museo delle attività marinare

Il conte Agostino Pepoli, verso la fine dell’Ottocento, aveva proposto di istallare un museo nell’edificio del Quartiere spagnolo. Il conte intendeva conservare in quel luogo tutti i reperti da lui rinvenuti durante gli scavi per il restauro delle torri medioevali del Castello Normanno. Ma l’amministrazione comunale non era d’accordo.

Di recente l’immobile è stato oggetto di un consistente intervento di restauro con l’istallazione del Museo Multimediale delle attività marinare trapanesi, dal titolo “Erice, terra di mare”. In un’altra ala è presente la mostra “Arti e Mestieri di una volta ” dove e possibile osservare attrezzi della vita contadina.

Al Quartiere Spagnolo c’è anche un eccellente ristorante, “gli Archi di San Carlo”

Birritteddra russa

Si tramanda che in particolari notti di tempesta vi aleggi lo spirito di un soldato della guarnigione spagnola, denominato “Birrittedda russa”, che non trova pace per la morte violenta subita.

Secondo la leggenda un giovane soldato spagnolo aveva cominciato a fare la corte ad una ragazza fidanzata ad un uomo ericino. Quest’ultimo, avendo scoperto la cosa, aveva minacciato il soldato di morte se avesse continuato nel suo corteggiamento. Il soldato per tutta risposta uccise l’ericino in un momento d’ira ma questo delitto gli costò il patibolo.

Dopo l’esecuzione in piazza un colpo di vento aveva portato via dal capo dell’impiccato il berretto rosso che faceva parte della sua divisa. Quel vento improvviso impressionò il pubblico. Subito dopo cominciarono a manifestarsi a Erice degli strani fenomeni.

Nel quartiere spagnolo venivano udite strane voci e avvistate figure evanescenti tra la nebbia. Così si cominciò a parlare di un fantasma, Birrittedda russa, cioè berretta rossa, che ancora girerebbe per il paese senza aver ancora trovato la pace.

quartiere spagnolo

Foto: Maria Virzì