Il Museo Pepoli e i piccoli tesori in corallo

Museo Regionale Pepoli

Sul lato sinistro del Santuario dell’Annunziata si estende il bellissimo chiostro, ornato di colonne. Nei locali dell’ex convento dei Padri Carmelitani, adiacente alla chiesa, si trova il Museo Regionale Pepoli. Porta il nome del conte Agostino Pepoli, che lo costituì come Museo Civico tra il 1906 e il 1908.

Ospita tre importanti nuclei collezionistici. Il nucleo originario è composto dalle collezioni del conte Pepoli che includono dipinti, gioielli, cimeli storici e reperti archeologici. La varietà delle collezioni riflette la cultura eclettica che fu propria del mecenate trapanese.

La collezione Fardella è costituita prevalentemente da dipinti del Cinquecento, del Seicento e del Settecento napoletano. Il Generale Fardella li acquistò nel mercato antiquario partenopeo tra il 1825 ed il 1830, mentre era Ministro del Regno dei Borboni.

La collezione del conte Francesco Hernandez include dipinti, sculture in marmo, presepi, ceramiche, reperti archeologici, e fu acquisita nel 1921.

Le altre sezioni del Museo pepoli

A queste tre collezioni si aggiungono numerosi oggetti provenienti dagli edifici di culto. Questi oggetti pervennero allo Stato a seguito della soppressione degli ordini e delle corporazioni religiose. Il museo custodisce anche i cimeli storici provenienti dalla Biblioteca Fardelliana di Trapani.

La sezione dedicata alla Scultura Rinascimentale, ubicata al piano terra, comprende opere del XV e XVI secolo provenienti in larga parte da chiese locali. Il nucleo più rappresentativo è costituito dalle creazioni di Antonello Gagini e dei figli Vincenzo e Giacomo.

La sezione storico-risorgimentale accoglie ricordi e cimeli che narrano la storia della città dal primo Ottocento sino all’unità d’Italia. Per esempio, la ghigliottina che funzionò a Trapani in epoca borbonica e il vessillo del piroscafo Il Lombardo dell’Impresa dei Mille. Ci sono poi i busti di Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele II, opera dello scultore ticinese Vincenzo Vela.

Un piccolo vano attiguo ospita alcune tele di pittori siciliani del Settecento e Ottocento, tra cui il trapanese Giuseppe Errante ed il palermitano Giuseppe Patania. Al piano superiore si accede tramite lo scenografico Scalone Magnifico, pregevole esempio di architettura barocca.

I lavori in corallo

Molto interessante è l’ampia sezione dedicata alle arti decorative ed applicate, suddivisa in ¨Figurine da Presepe¨, ¨Coralli¨, ¨Oreficeria ed Argenti¨, ¨Parati sacri¨ e ¨Ceramiche¨.

La sezione documenta la fervida attività dei maestri artigiani trapanesi. Essi erano rinomati in tutto il mondo per la lavorazione di corallo, avorio, conchiglie, pietre dure, oro e argento. Tra il XV e il XVI secolo i pescatori trapanesi iniziarono a praticare la pesca del corallo. Si sviluppò così un fiorente artigianato, la lavorazione artistica del corallo.

All’inizio si trattava di oggetti di culto, come crocifissi e rosari. I corallari acquistarono fama in tutto il bacino del Mediterraneo con i loro prodotti artistici. Si consolidò una rete di committenze prestigiose in tutta Europa e fu così possibile produrre opere sempre più ricche ed elaborate.

Presso il Museo Pepoli si possono ammirare sculture, monili e altre opere dei maestri trapanesi realizzate in corallo.

Corallo, avorio, alabastro,rame e bronzo

I lavori più caratteristici dell’arte trapanese sono quelli in cui si applicava il corallo ai metalli, e cioé a rame e a bronzo, spesso dorati. Questi lavori artistici resero famoso l’artigianato trapanese al di fuori della Sicilia. Gli artigiani realizzarono per sovrani, principi e papi, splendidi oggetti sacri e profani, di squisita fattura. Molti di questi sono conservati in collezioni estere.

Il trapanese Andrea Tipa, artista poliedrico, era dotato di una fervida creatività. Era in grado di utilizzare materiali diversi, dall’avorio, all’alabastro, alla pietra incarnata. A lui si deve lo scenografico Presepe con figurine in alabastro e ambientazione in materiali marini.

Il Crocifisso opera del trapanese frà Matteo Bavera è un unico ramo di corallo fatta eccezione per le braccia. Colpisce per la cura estrema con cui l’artista ha definito i dettagli anatomici del corpo di Cristo.

La sezione dedicata all’oreficeria raccoglie gioielli provenienti in gran parte dal Tesoro della Madonna di Trapani. Attraverso i secoli il tesoro è divenuto sempre più corposo grazie alle ricche donazioni dei fedeli alla Statua della Madonna custodita nel Santuario dell’Annunziata.

Nella sezione ceramiche antiche è di particolare interesse una parte di pavimento, proveniente dalla chiesa di Santa Lucia. Raffigura una veduta di Trapani a volo d’uccello, il cui mare è solcato dalle ¨coralline¨, i tradizionali barconi adibiti alla pesca del corallo

Fonti:

Museo Pepoli

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