Il villino Nasi, un luogo incantevole

La Casina o Villino Nasi

La Casina Nasi è un grazioso villino sul mare. Trapani è denominata anche ¨città tra i due mari¨ in quanto si protende su una lingua di terra circondata dal mare. Se, dopo aver percorso interamente il Viale Regina Elena, giriamo per via duca d ‘Aosta e subito dopo a sinistra ci troviamo al porto peschereccio. La pesca è una delle attività basilari dell’economia trapanese.

La strada conduce, a sinistra, ad una costruzione circolare che si protende sul mare. Vi si accede attraverso una salita che assomiglia ad un ponte, solo che sotto non vi è più acqua.

Un tempo era un ospizio destinato ai malati di lebbra. Bonificato, è stato adibito a sede del circolo navale. Dall’altro lato della strada un cancello ci separa dalla Casina Nasi, graziosissima villetta costruita su uno scoglio, di fronte lo scoglio Palumbo con il faro.

Villino Nasi, posto magico

Siamo fortunati. Infatti oggi il cancello è aperto perché da meno di due anni nella casa del custode si è aperto un ristorante. Anche se il Villino Nasi è abbandonato, a volte è possibile entrare nel vialetto che porta alla casina.

Il posto è magico. Quel venticello salmastro che sempre si respira a Trapani qui è ancora più forte e direi sensuale. Un sentiero bianco di pietre, ai lati ricco di vegetazione mediterranea, ci porta ad una casina dal caratteristico bugnato rustico. Il posto ci attrae soprattutto perché sia la costa che l’abitazione hanno l’aria di essere disabitati da anni, ma sono mantenute entrambe in uno stato di conservazione decente.

Lungo le coste fatte di rocce frastagliate non vi è traccia della solita sporcizia. Né alghe, né bottiglie di plastica abbandonate, come invece spesso troviamo sull’altro lato, verso il lazzaretto. Purtroppo la corrente deposita la plastica in quello specchio di mare calmo che separa la costa dall’isolotto della Colombaia.

La vista da qui è fantastica. Si vede la città di Trapani e tutta la sua forma di falce. Le sue bellissime spiagge azzurre. La montagna di Erice che domina e protegge la città che si assottiglia sempre più fino a terminare con un altro lembo di terra dove Torre di Ligny, davanti a noi, si erge fiera e maestosa.

Un luogo molto meditativo

Man mano che ci immergiamo in quella quiete interrotta solo da voci che ci arrivano da lontano, cominciamo a pensare che chiunque un tempo avesse costruito una villa così graziosa in un luogo così incantevole e magico non poteva che essere stato una persona di buon gusto e amante della natura.

Immaginavo come doveva essere stato da sogno per lui e per la sua famiglia svegliarsi nelle mattine estive ed immergersi nell’acqua del mare calmo, poiché il mare è a due passi dall’entrata posteriore.

E poi immaginavo l’onorevole Nasi seduto alla sua scrivania a lavorare con il fuoco acceso nelle fredde serate d’inverno, quando il mare in tempesta gli mandava gli schizzi alle finestre.

Questo posto stimola la mia fantasia! Lo immaginavo pure discutere di politica con i colleghi saltellando tra gli scogli fino a raggiungere l’ultimo lembo di terra. E poi, al di là, intimamente raccontare le sue ambizioni al mare.

Mi chiedevo anche se quelle panchine sotto i lampioni fossero state testimoni di baci rubati e amori nascosti del ministro Nasi. Se magari seduti sulla panchina accanto alla fontanella ora mezzo distrutta avesse baciato la moglie con lo stesso ardore con cui faceva politica. La bellezza del luogo aumenta il mio romanticismo.

C’è da aggiungere che al tempo di Nasi il villino era davvero in mezzo al mare. Guardando le foto dell’epoca si vede come l’attuale lazzaretto e il villino fossero su due scogli lontani dalla città e appena collegati ad essa da una lunga e stretta strada. Tra Trapani e il lazzaretto c’era una spiaggia, che meraviglia.  

Il contatto con quel luogo particolare, per fortuna risparmiato dall’azione devastante dell’uomo, mi porta in uno stato meditativo. Quanto lo amo questo silenzio e questo vento e il rumore del mare.

..continua i suoi dialoghi con dio, col mare, con la posterità…

Sopra l’ingresso principale, nella pietra è scolpita una frase. Purtroppo non si legge bene. La frase completa l’ho letta in un libro. Si riesce ad intravedere solo alcune parole:

“In questo scoglio che asilo di pace invano aspirò nella tormentata sua vita, aleggia lo spirito di Nunzio Nasi, continua i suoi dialoghi con dio, col mare, con la posterità.”

E’ come se Nunzio Nasi fosse ancora qui.

Villa Nasi

Gli Interni di Villa Nasi

Il villino fu costruito nel 1898 su progetto dell’ingegnere Manzo. Poco lontana vi è una piccola cappella privata in stile Liberty.

All’interno di Villa Nasi dovrebbe esserci anche una statua in pietra (purtroppo in cattive condizioni di conservazione) opera del nonno dell’ On. Francesco Rutelli. Interessante, ma la villa non si può visitare. Il villino è chiuso al pubblico per un crollo. Pare che stia cadendo un lastrone posto su una bella scala a chiocciola alla trapanese, che collega il primo al secondo piano.

Qualche anno fa però ho avuto la fortuna di visitarla in occasione di una mostra. L’interno è proprio grazioso, con pareti affrescati ed arredi originali.

La vita dell’On. Nunzio Nasi

L’onorevole Nunzio Nasi nacque a Trapani il 2 aprile del 1850. Conseguì la laurea in giurisprudenza ed era stato parlamentare e ministro del Regno d’Italia per diverse legislature.

Sul piedistallo del monumento nel Balio di Erice si legge: ¨Luminare di sapienza politica, al servizio della democrazia, interpretò le istanze e difese gli obliati diritti della Sicilia che tenace e fedele ne visse il dramma e conclamò l’innocenza al tempo grigio della bufera; persecuzioni e calvario lo innalzarono nell’opinione del mondo¨.

Nunzio Nasi era esponente del partito dei democratici del lavoro. Dal 1883 fu più volte consigliere comunale della sua città. Divenne deputato alla Camera a soli 36 anni. Poi fu Presidente della provincia di Trapani. Fu eletto a Trapani dal 1886 al 1926, anche negli anni in cui era interdetto dai pubblici uffici.

Occupò gli incarichi di ministro delle Poste nel governo Pelloux (1898-1899) e di ministro della pubblica istruzione nel ministero Zanardelli (1901-1903). Tra i suoi meriti ci fu l’attuazione della Legge per la scuola elementare del 1903.

Con essa lo Stato riduceva l’autonomia dei Comuni in materia d’istruzione elementare, definiva lo status giuridico ed economico degli insegnanti (con uguale stipendio per maestri e maestre), istituendo anche la figura del direttore didattico e la riforma che abolì l’esame di fine anno.

Nasi consigliò l’adozione dei Doveri dell’uomo di Mazzini nelle scuole del Regno, suscitando molte perplessità e proteste. Il Gran Maestro della Massoneria Ernesto Nathan l’aveva sollecitato da anni. Infatti Nasi stesso era un membro autorevole della Massoneria siciliana e potenziale successore di Nathan alla carica di Gran Maestro.

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Fonti: wikipedia

rumpiteste

Foto: Maria Virzì