Segesta, dall’alto di un panorama incantevole

L’antica città di Segesta

L’antica città di Segesta fu fondata dagli Elimi sul Monte Barbaro, nell’attuale comune di Calatafimi Segesta. Di particolare bellezza sono il tempio, in stile dorico, e il teatro, in parte scavato nella roccia della collina.

Il tempio di Segesta

Il tempio in stile dorico, caratterizzato dalla sua scenografia suggestiva, è stato costruito durante l’ultimo trentennio del V secolo a.C., sulla cima di una collina a ovest della città, fuori dalle sue mura.

La mancanza della cella e del tetto nel teatro di Segesta hanno fatto discutere a lungo gli studiosi. Alcuni sostengono che il tempio è semplicemente rimasto incompleto. Altri invece pensano che i Segestani avessero costruito il tempio di stile greco in una sorta di competizione con i vicini Selinuntini.

Infatti i Segestani erano elimi, non greci come gli abitanti di Selinunte. E’ probabile che il tempio venisse usato per riti diversi, essendo diversa la religione.

Si tratta di un grande tempio periptero esastilo (ossia con sei colonne sul lato più corto e quattordici sul lato lungo). Attualmente possiamo ammirare l’intero colonnato completo di tutta la trabeazione.

L’anfiteatro di Segesta

Il teatro, che forse può datarsi intorno alla metà del IV secolo a.C., è posto sulla sommità più alta del Monte Barbaro, a circa 440 metri di altezza. Sebbene Segesta non fosse una città greca, il teatro è di canone ellenico.

Ma, anche se segue i dettami dell’architettura greco-ellenistica, si discosta dalla struttura tipica del tempo perché la cavea non poggia direttamente sulla roccia, ma è sorretta da muri di contenimento.

La cavea del Teatro, divisa orizzontalmente in due sezioni da un corridoio centrale, può contenere circa quattromila spettatori.

L’orchestra, lo spazio riservato al coro nel dramma antico, ha una forma a semicerchio accessibile tramite degli ingressi laterali detti parodoi. Il Teatro di Segesta ha anche una rete di corridoi sotterranei, creati per il passaggio degli attori.

Ancora oggi è sede di rappresentazioni teatrali classiche o moderne, eventi musicali molto suggestivi, specialmente in estate.

Il luogo è davvero incantevole. Il teatro domina tutta la vallata fino al mare, nel golfo di Castellammare.

La storia di Segesta

Selinunte, acerrima nemica di Segesta, fu distrutta grazie all’intervento cartaginese nel 408 a.C.

Segesta visse con alterne fortune il periodo successivo, fino ad essere conquistata e distrutta nel 307 a.C. da Agatocle di Siracusa. Questi le impose il nome di Dicòpoli, città della giustizia.

In seguito, ripreso il suo nome, nel corso della prima guerra punica passò ai Romani che, in virtù della comune origine leggendaria troiana, permise alla città una nuova fase di prosperità.

Segesta venne totalmente ripianificata sul modello delle grandi città microasiatiche, assumendo un aspetto fortemente scenografico.

Gli scavi della città

Si è a lungo ritenuto che Segesta fosse stata abbandonata dopo le incursioni vandaliche, ma recenti indagini hanno rivelato un esteso villaggio di età mussulmana, seguito da un insediamento normanno-svevo, dominato da un castello su una sommità del Monte Barbaro.

Gli scavi recenti hanno portato alla luce una antica Agorà, forum della città romana, le rovine del castello medioevale sulla cima del monte Barbaro, di una moschea e di una piccola chiesa un tempo dedicata a San Leone, in una zona stratificata tra il castello e il teatro. Delle altre componenti della città si conoscono le mura con l’articolata Porta di Valle, alcuni quartieri residenziali.

Santuario di Contrada Mango

Al di fuori delle cinte murarie, lungo le antiche vie d’accesso alla città, si trovano, oltre al tempio di tipo dorico, il santuario di Contrada Mango (VI-V sec. a.C.) e una necropoli ellenistica.

Il Santuario di Contrada Mango fuori le mura probabilmente è stato realizzato nel VI sec. a.C.  Anche per questo monumento è probabile che le maestranze e i progettisti siano stati Greci. Finora si riscontra l’assenza quasi totale di resti ceramici, solitamente rinvenuti, invece, presso le rovine greche.

Pertanto si pensa che anche questo tempio, strutturalmente greco, fosse di rito elimo. Ma lo scavo che ha messo in luce questa vasta area del santuario è ancora agli inizi. 

La piccola stazione ferroviaria Segesta-Tempio

Segesta è sicuramente una tappa a cui non si può rinunciare venendo in Sicilia. Il luogo è molto suggestivo, non a caso gli Elimi lo hanno scelto per costruirvi il magnifico tempio. Da Trapani si può arrivare in bus. La linea ferroviaria non è più funzionante in quel tratto.

La stazione ferroviaria di Segesta Tempio,risalente al periodo fascista, è stata interamente ristrutturata alla fine degli anni ’90. Attualmente è un’ottimo ristorante e piccolo museo di ceramiche d’arte, in una location davvero speciale.

Polle del Crimiso

Per finire, i bagni liberi di Segesta, detti anche Polle del Crimiso. Sono affioramenti di acqua termale di origine vulcanica che sgorga sulle sponde del fiume Crimiso.

Le terme si trovano vicino lo stabilimento di Castellammare del Golfo, ossia le Terme Segestane. I bagni liberi di Segesta sono immersi tra canneti e tamerici e racchiusi tra pareti rocciose di travertino bianco striato di rosa.

L’acqua termale sgorga dalla sorgente a una temperatura di 47 gradi. Ci sono tre sorgenti, Bagno delle Femmine, Grotta Regina e Nuova Sorgente per fare bagni termali, fanghi e terapia, utili nel dare benefici in caso di malattie reumatiche, respiratorie e cutanee.

parco di Segesta