15 cose da vedere a Trapani in 2 giorni

Tante cose da vedere

Trapani è una graziosa cittadina all’estrema punta della Sicilia con tante cose da vedere, prima di ripartire, almeno 15. La sua incantevole posizione la rende unica. Noi Trapanesi diciamo che a Trapani non c’è niente, parlando di divertimenti e attività culturali. Ma dal punto di vista dei beni storici possiamo riempire pagine e pagine! Se mi seguite scoprirete che ci sono ben più di 15 cose interessanti da vedere a Trapani.

Lo spettacolo naturale del mare, del cielo e della natura, la sua caratteristica forma di falce, rendono il panorama incantevole. Inoltre alcuni artisti, regnanti, governanti e mecenati del passato ci hanno lasciato delle opere degne di nota che rendono la città ricca di storia.

ORIGINI DI TRAPANI

Originariamente Trapani era solo un villaggio di pescatori e commercianti costruito dagli Elimi, che popolavano Erice. In seguito i Fenici ne fecero un importante emporio commerciale.

Sappiamo che dal IX sec. a.C., per ragioni politiche, i Fenici dovettero “emigrare” dal Libano e così cominciarono a colonizzare il Mediterraneo. Fondarono prima Cartagine nell’814 a.C. e poi da qui altre cittadine, tra cui Trapani. I Fenici prima e i Cartaginesi dopo erano grandi navigatori e commercianti e fecero di Trapani un ricco emporio commerciale.

La forma di falce

Drepanon, che significa falce appunto, è il nome che le diedero i Greci, anch’essi colpiti dallo spettacolo che si vede dal monte Erice, con le tre isole Egadi sullo sfondo. A quei tempi anche il paesaggio naturale era diverso perché non c’era terraferma fino all’attuale Torre di Ligny, ma una serie di acquitrini ed isolotti separati da canali poco profondi.

A poco a poco, prima i Punici e poi i Romani, cominciarono l’opera di interramento dei canali e dei bracci di mare che separavano gli isolotti emergenti. In questo modo si veniva consolidando l’aspetto di falce della città.

L’opera di interramento è continuata a varie riprese fino agli inizi del ‘900 con la costruzione della Litoranea Dante Alighieri. In seguito spesso si parlava di completare l’opera interrando anche il braccio di mare che separa la terraferma alla Colombaia. Si parlava anche di continuare la via Dante Alighieri con una strada fino a Torre di Ligny. Forse non l’hanno mai fatta, per fortuna, perché costava troppo. Dove sarebbe andata a finire la caratteristica forma di falce?

Le mura difensive di Trapani, da vedere

Le prime opere di difesa e di consolidamento del porto furono quindi ad opera dei Cartaginesi. Costruirono le mura a forma quadrangolare e le quattro torri. Durante le guerre puniche il generale cartaginese Amilcare costruì la quinta torre, che dovrebbe essere la Colombaia. Ecco perché lo stemma del comune di Trapani ha cinque torri sormontate da una falce.

Di queste torri, ovviamente rimaneggiate molte volte attraverso i secoli, rimane la torre Vecchia, angolo tra via Carosio e via delle Arti, tra l’altro con un bellissimo ristorante nuovo. La torre di Porta Oscura accanto al palazzo Cavarretta, la torre Peliade della Colombaia e la torre del Castello di Terra accanto alla Questura.

Porta oscura, invece, sotto la torre dell’orologio, è la più antica porta della città.

Dell’impianto difensivo del Castello di Terra, che alla fine del ‘500 subì un nuovo intervento di restauro, oggi rimangono due torri quadrate, una torre semicircolare e parte della cortina nord-est. La vecchia Questura di stile borbonico che lo comprendeva è stata totalmente ricostruita negli anni ’80.

Delle antiche mura fortificate dagli Spagnoli rimangono quelle a nord, oggi chiamate mura di Tramontana, che terminano con il Bastione Conca da un lato e la piazza dell’ex mercato del Pesce dall’altro. Sulle mura si può passeggiare. Sotto le mura c’è anche una bellissima spiaggia. E’ uno spettacolo meraviglioso specialmente al tramonto, ve l’assicuro. Da piazza Vittorio a Torre di Ligny, tutta la costa ha un mare bellissimo. Questa è la Trapani da vedere di sicuro.

Torre di Ligny

Assolutamente da vedere a Trapani, la Torre di Ligny fu eretta invece nel 1671 dal principe di Ligny come torre di avvistamento.

Carlo V di Spagna, l’imperatore che soggiornò a Trapani nel 1535, volle rafforzare e ampliare la cinta muraria dotandola di possenti bastioni. Di quella fortificazione facevano parte due bastioni ancora oggi visibili: una è il bastione detto dell’Impossibile, nella via del porto. L’altra è il bastione Imperiale, detto anche di Sant’Anna, visibile dal Viale delle Sirene, una tra le zone più suggestive della città vecchia di Trapani, anch’essa da vedere. Anche perché in questa piazza ci sono ottimi ristoranti e un’ottima gelateria.

Carlo V, inoltre, isolò la città dalla terraferma con un profondo fossato ed un canale navigabile che era nell’attuale Via XXX Gennaio.

Vicinissima alla Torre di Ligny c’è la piccola e caratteristica chiesa di San Liberale, dei primi del ‘600. I pescatori di corallo la dedicarono al loro santo protettore.

Stili chiaramontano e catalano

Sappiamo che l’arco a sesto acuto fu un’invenzione degli Arabi. Con l’arrivo dei Normanni e la caduta della dominazione araba avvenne però una sorta di contaminazione culturale tra diversi stili. I Normanni erano evoluti e non cercarono di imporre solo la propria cultura ma cercarono di fonderla con la pre-esistente. Nacque quindi l’architettura cosiddetta arabo-normanna.

Caratteristici della Sicilia sono anche gli stili chiaramontano e catalano. I Chiaramonte erano una delle famiglie feudali di origine normanna più potenti dell’isola e lo stile chiaramontano ricalcava lo stile tipico normanno. Lo stile catalano invece era spagnoleggiante, e fondeva lo stile gotico con l’arco arabo e ornamenti floreali. Il plataresco, lo stile rinascimentale adattato alla tradizione siciliana, si avvicinava quasi al barocco. Si diffuse molto in Spagna.

Palazzo della Giudecca

A Trapani da vedere, anche se non in ottimo stato, il Palazzo della Giudecca, dei primi del ‘500, con le sue bugne diamantate di cui è rivestita la torre laterale.

Gli Ebrei erano abili commercianti ed eccellevano anche nella lavorazione del corallo. Eressero questo palazzo come sede della Casa Senatoria che amministrava la loro comunità. Ma nel 1493 un editto di re Ferdinando il Cattolico li cacciò dalla Sicilia.

In seguito alla loro cacciata se ne impossessò la famiglia Ciambra, forse anch’essa di origine ebrea. Lo stemma della famiglia è posto nell’arco sopra l’ingresso e rappresenta un cervo ai piedi di un albero.

Il Centro storico di Trapani, tutto da vedere

Il centro storico di Trapani, che ruota intorno all’asse di corso Vittorio Emauele, ex Rua Grande, via Torrearsa e via Garibaldi, ex Rua Nuova, è proprio da vedere: davvero pieno di chiese e palazzi di valore, nella maggior parte in stile barocco. Alcuni di questi edifici appaiono molto più belli perché restaurati da poco. Molti sono ancora in stato di abbandono. Sarebbe troppo lungo citarli tutti perciò ne nominerò qualcuno.

Via Garibaldi

In via Garibaldi, l’antica Rua Nova, si trova la chiesa dell’Itria comunemente chiamata Santa Rita, dei Padri Agostiniani. La facciata del 1745 è di Pietro Castro. All’interno sull’altare maggiore è il gruppo scultoreo in legno di Andrea Tipa raffigurante la Sacra Famiglia. Conserva anche dipinti di Andrea Carreca, Pietro Novelli, Giuseppe De Felice. L’ex convento è adibito a Liceo Scientifico “Vincenzo Fardella“.

La facciata del Palazzo Riccio di Morana risale al 1773 ed è attribuita all’architetto Andrea Giganti. Il Palazzo oggi è la sede della Presidenza della Provincia Regionale di Trapani.

Palazzo Milo, sempre in via Garibaldi, risale alla fine del ‘600. Le aperture dei balconi sono ornate con complesse figure barocche. Ospita tra l’altro mostre di vario genere al piano terra.

Il Palazzo Staiti è realizzato in stile classico del XIX secolo ed è oggi una sede del Liceo Scientifico.

Chiesa della Badia Nuova

La Chiesa di Santa Maria del Soccorso, o Badia Nuova, è una delle più antiche chiese di Trapani e sarebbe proprio da vedere al suo interno. Purtroppo però è sempre chiusa. La costruzione originale risale al 536 ed era di rito greco. Mentre l’esterno appare austero l’interno a navata unica esplode in tutta la sua bellezza. In particolare sono molto belli i pavimenti opera dell’architetto Luciano Gambina e l’altare di Cristoforo Milanti.

Di fronte alla Badia Nuova, il palazzo del Banco di Sicilia, oggi sede della banca Unicredit di Trapani, non si può non vedere.

Apparteneva ai baroni Burgio di Xirinda. Del palazzo cinquecentesco rimangono la facciata con un portale con motivi a denti di sega e le finestre del primo piano. Fu acquistato dal Banco di Sicilia nel 1908 e restaurato a opera dell’architetto palermitano Francesco Paolo Palazzotto che ne realizzò la facciata neogotica.

Chiesa di San Domenico e Torre Campanaria

Da via Garibaldi, attraverso una scalinata si giunge in piazza San Domenico. Qui c’è la chiesa di San Domenico, che risale all’inizio del XIII secolo, impreziosita da un bel rosone. In essa è custodita la tomba di Manfredi, il figlio dodicenne di Federico II, che nel 1318 morì cadendo da cavallo mentre i regnanti si trovavano in visita nel trapanese. Il convento adiacente, da poco restaurato, è usato anche per eventi artistici.

Nel XV sec fu aggiunta la Torre Campanaria a base ottagonale, con una singolare scala elicoidale in pietra arenaria, scalini che salgono a chiocciola, a incastro, alla trapanese.  Spettacolare la veduta sulla città dall’alto della torre.

La settecentesca cappella del Crocifisso, progettata da Giovanni Biagio Amico, custodisce sull’altare un raro esempio di Crocifisso doloroso gotico, a cui sono attribuiti diversi miracoli. Da vedere anche la piccola cappella dei Crociati.

Tutto il complesso è da vedere specialmente in occasione dello spettacolo della Trapani medioevale, con sfilate in costume d’epoca, sbandieratori e altri intrattenimenti tutti in chiave medioevale.

Nel 1749 l’architetto Amico ricevette anche l’incarico di ampliare la chiesa di San Nicola, in via Barone Sieri Pepoli. La sua origine risale al ‘300 quale cappella della famiglia Chiaramonte, poi ampliata nel ‘500. All’interno vi sono diverse pregevoli opere, di Vincenzo Gagini, Andrea Tipa e Giacomo Tartaglio.

La loggia

Il centro della città è un susseguirsi di chiese e palazzi storici.

I Trapanesi chiamano la via Torrearsa e corso Vittorio Emanuele la loggia. Sono le vie dove si trovano i palazzi antichi più belli e signorili. Purtroppo le logge che dovevano esistere nel Trecento non esistono più.

In Corso Vittorio Emanuele si trova la Cattedrale di Trapani, da vedere, dedicata a San Lorenzo. Questa chiesa assunse l’aspetto attuale dopo il 1748 quando rimase danneggiata e fu ricostruita dall’architetto Giovanni Biagio Amico, che aggiunse anche la cupola e il campanile.

In quel periodo Biagio Amico ebbe molto lavoro perché fu incaricato della ricostruzione e dell’abbellimento di molte chiese e non solo a Trapani.

La chiesa barocca ad angolo in Corso Vittorio Emanuele, è chiamata del Collegio dei Gesuiti. Questi erano un ordine religioso potente e arrivarono a Trapani nel 1581. Lì fecero costruire la loro chiesa e il collegio. Quest’ultimo ospita il Liceo Classico “Leonardo Ximenes“. I lavori alla chiesa proseguirono oltre alla soppressione dell’Ordine nel 1773. Di recente è stata ulteriormente restaurata.

I Palazzi di Corso Vittorio Emanuele

Palazzo Cavarretta o Senatorio sorge sul luogo in cui un tempo esisteva l’antica loggia dei Pisani, da cui il termine Loggia per indicare la via. Ha un prospetto a tre ordini e risale ai primi del ‘700. In alto, in tre nicchie, si trovano le statue della Madonna di Trapani al centro e dei santi Giovanni Battista e Alberto ai lati, opere di Giuseppe Nolfo. Nel 1828 furono aggiunti l’orologio e il datario a lato. E’ il cuore di Trapani, da vedere per forza.

Il palazzo ottocentesco, sede della Banca Sicula, di proprietà della storica famiglia trapanese D’Alì Staiti, recentemente è stato restaurato dalla famiglia Prestigiacomo per aprire un bellissimo negozio di abbigliamento. Un negozio stupendo per Trapani, da vedere.

Palazzo Ferro, in corso Vittorio Emanuele, è arricchito da decorazioni barocche e dai ferri battuti dei balconi. Palazzo Alessandro Ferro, con un grande orologio, ha un ampio cortile con uno bello scalone di accesso. Nei medaglioni delle finestre mostra busti di personaggi illustri della famiglia di origini normanne. Anche Palazzo Manzo si distingue per l’abbondanza delle decorazioni barocche.

Via Turretta

Il Palazzo dei Baroni Riccio di San Gioacchino e Arcodaci, di origine quattrocentesca, fu rinnovato nel XVI secolo, come attesta ancor oggi il gusto catalano del portale che immette nel grazioso cortile ad archi dello stesso stile. Nel XVII secolo un altro radicale rinnovamento ne cambiò l’assetto generale. Da notare la decorazione del balcone barocco sopra l’ingresso. Da qualche anno, l’edificio ospita alcune classi del liceo scientifico “Vincenzo Fardella”.

Nel 2012 il palazzo San Rocco, che contiene al suo interno le vestigia della chiesa di San Rocco, divenne un interessante Museo d’arte contemporanea, dopo il restauro dell’architetto Giuliano Tilotta. San Rocco è un oratorio ma anche un museo che custodisce la prestigiosa collezione permanente DiART , composta da circa 200 opere di 130 artisti provenienti da 22 diverse nazionalità. Fra i nomi spiccano quelli di Carla Accardi e Alberto Gianquinto, Turi Simeti, Adrian Paci, Marco Papa, ma si trovano anche artisti emergenti.

Il palazzo Lucatelli, nell’omonima piazza, fu sede dell’ospedale dal 1455. La facciata centrale si caratterizza per il grande balcone e vi è anche il ritratto di Lazzaro Lucatelli. La piazza è molto bella e poi ci sono tanti locali per bere e mangiare, una gelateria storica, e il porto di Trapani a due passi, da vedere.

Via San Francesco d’Assisi

La Chiesa del Purgatorio si trova in Via San Francesco d’Assisi e colpisce subito per la facciata del 1712 dell’architetto Giovanni Biagio Amico. La facciata è arricchita da dodici statue in stucco degli Apostoli, realizzate da A. Orlando. Fu parzialmente distrutta durante la seconda guerra mondiale e ricostruita nel 1962. Da quella data custodisce al suo interno i venti gruppi dei Misteri che le maestranze portano in processione il Venerdì Santo. E’ proprio l’espressione del barocco di Trapani, da vedere.

In via San Francesco d’Assisi abbiamo la chiesa dell’Immacolatella, oggi dedicata al culto ortodosso, una delle più belle chiese barocche della città, opera dell’architetto Giovanni Amico. L’aspetto esterno è molto semplice, ma a questa povertà si contrappone la ricchezza delle decorazioni interne.

La chiesa di San Francesco d’Assisi è in stile classico-rinascimentale. Al suo interno vi sono sculture raffiguranti le Virtù Morali, realizzate dal trapanese Cristoforo Milanti. La cupola di San Francesco è un punto di riferimento importante per i trapanesi. Si dice anche che “Quando San Francesco è nero, piove di sicuro” perché il maltempo che proviene da nord-ovest, il maestrale, porta la pioggia.

Ex Carcere

In questa via si trova anche il Palazzo della Vicaria o l’ex carcere, utilizzato fino al 1965. Nella parte superiore, sul portale, si ergono quattro imponenti telamoni in tufo. Oggi restaurato è utilizzato per eventi teatrali e mostre e altre manifestazioni artistiche.

Dal 2015 ospita un Museo d’arte moderna e contemporanea, gestito dall’associazione “La Salerniana“. La collezione, raccolta grazie alle generose donazioni di alcuni artisti, comprende varie opere dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi. Tra i nomi, spiccano quelli di Carla Accardi, Pietro Consagra e Pino Pinelli.

Casina delle Palme

Un esempio di Art Nouveau o stile Liberty a Trapani è la Casina delle Palme, realizzata su modello dei cafè chantal all’aperto francesi. Inaugurata nel 1890, fu distrutta dalla guerra e ricostruita nel 1946. Così carina e graziosa, immersa nel verde, ci introduce al porto di Trapani, è da vedere.

Sulla piazza Giuseppe Garibaldi, di fronte al porto, dove troneggia la statua del condottiero, si affaccia anche l’edificio del Grand Hotel.

Da tutto il porto è ben visibile Il Castello della Colombaia, sullo scoglio Peliade, detto anche castello di mare, in opposizione al castello di terra. Più che un castello è una fortificazione militare e colpisce per la sua torre di forma ottagonale costruita dagli aragonesi, sbarcati a Trapani nel 1280.

Divenne poi una fortificazione durante il regno di Carlo V, per difendere la città dalle incursioni barbaresche. Le ultime trasformazioni le subì nell’XVII secolo su ordine del viceré Don Claudio Lamoraldo, Principe di Ligny.

I Borboni vi imprigionarono i patrioti del Risorgimento. Fu carcere fino al 1965 quando venne costruito l’attuale Carcere. Ultimamente per fortuna sono cominciati i lavori di restauro.

Villino Nasi

Il Villino Nasi, iniziato nel 1898 su progetto dell’ingegnere Manzo, è un altro esempio di stile Liberty. Si trova nella zona del porto peschereccio, idealmente vicino alla Torre di Ligny. A me questa zona di Trapani piace tantissimo, è da vedere. Per chi piace il pesce, nelle vicinanze c’è anche il porto peschereccio e il mercato del pesce fresco.

Di fronte al Villino Nasi, verso la Colombaia, si trova il Lazzaretto, un tempo un isolotto che poi è stato unito alla terraferma. Nella struttura passavano la quarantena le barche con sospetta epidemia. Poi venivano portati lì i malati di epidemie come la peste. Oggi in parte è sede della Lega Navale.

Piazzetta Saturno

Tornando al centro, in Piazzetta Saturno sorge la chiesa di Sant’Agostino che oggi è chiusa al culto e adibita ad auditorum. Originariamente era la cappella degli appartenenti all’Ordine dei Templari, durante le prime Crociate. Dell’opera originaria restano il maestoso portale e il rosone, rimaneggiato nel 1827 dal maestro Giuseppe Torre.

Sul portale, dentro una nicchia, vi è una Madonnina del Gagini. Nella piazza c’è anche una fontana di epoca barocca con il dio Saturno, mitico fondatore della città. Una piazza molto elegante, con accanto i più prestigiosi negozi di Trapani, da vedere.

Biblioteca

Nei pressi della chiesa di Sant’Agostino troviamo la Biblioteca. C’erano ancora i Borboni quando nel 1830 Giovan Battista Fardella di Torrearsa fondò la Biblioteca Fardelliana, allocata nell’ex chiesa di San Giacomo Maggiore. Nel’700 l’architetto Amico lavorò anche al restauro della costruzione, realizzando lo scalone e la facciata in stile barocco. L’edificio comunque venne restaurato diverse volte fino al 2007.

Nei pressi della Biblioteca si trova la chiesa di Santa Maria di Gesù, con portale in tipico stile catalano, che risale al 1539.

Nel suo interno c’è la Cappella della Madonna degli Angeli con una bella tribuna in marmo realizzata da Antonello Gagini. Sotto di essa si trova la pregevole Madonna col Bambino, opera di Andrea della Robbia.

San Pietro e l’organo

San Pietro, forse la prima chiesa cristiana edificata a Trapani, ha subito molti lavori di ampliamento e di restauro. Nella seconda metà del ‘700 fu completamente ricostruita. I lavori terminarono soltanto nella metà dell’800. Purtroppo il terremoto del 1968 l’ha gravemente danneggiata. La chiesa è stata riaperta al culto dopo molti anni.

Al suo interno si può ammirare l’organo del geniale maestro organaro palermitano Francesco La Grassa. Realizzato tra il 1836 e il 1847 è unico nel suo genere, interamente costruito da La Grassa e capace di riprodurre gli effetti sonori di molti strumenti e della voce umana. Una cosa originalissima a Trapani, da vedere e da sentire.

Trapani dopo l’unità d’Italia

Dopo l’unità d’Italia si pensò di ingrandire e migliorare la città e quindi furono abbattuti i vecchi bastioni e parti delle antiche mura, specialmente quelle che si trovavano nell’attuale via XXXGennaio.

Fu pure riempito e prosciugato l’antico canale navigabile che congiungeva il Mar Tirreno col Mediterraneo, il nord con il sud. Inoltre fu bonificata la zona Marinella, piena di saline e acquitrini e qui si cominciarono a costruire nuove case.

Si realizzarono il lungomare del porto, piazza Garibaldi con l’immancabile statua in onore del generale, la lunga via Fardella che serviva a collegare Trapani con il santuario dell’Annunziata. Sorsero nuovi palazzi signorili che ancora oggi arricchiscono tutta la zona.

Si ristrutturò anche, nella seconda metà dell’Ottocento, la bella piazza dell’ex Mercato del Pesce, con il porticato ad archi a tutto sesto, su progetto di Giovanbattista Tilotti, insieme alla fontana con la Venere Anadiomene, o Afrodite che sorge dal mare.

Santuario e Museo Pepoli

Il Santuario dell’Annunziata, in via Conte Agostino Pepoli. I Carmelitani fecero edificare la prima cappella nel 1240. Successivamente si costruì una grande chiesa che custodisce la statua della Madonna di Trapani in un’apposita bellissima cappella. L’interno della chiesa, a navata unica, si deve anche a Giovanni Biagio Amico. La statua di Sant’Alberto, copatrono della città insieme alla Madonna, ricoperta da una lamina d’argento, si trova anche in una cappella apposita.

La statua in marmo della Madonna di Trapani colpisce davvero per la bellezza del suo sguardo, che sembra seguirvi mentre vi avvicinate.

Nel convento dei Carmelitani il conte Agostino Pepoli fece allestire un interessante Museo che prende il suo nome. Il Museo Regionale Agostino Pepoli conserva capolavori di arte trapanese in corallo e pietre preziose, numerosi dipinti e sculture, presepi, maioliche, paramenti, abiti d’epoca e cimeli del Risorgimento.

Il Museo conserva pure i capolavori degli antichi maestri corallai di Trapani. Santuario e Museo da vedere.

Anche il Cimitero doveva sorgere, secondo il progetto iniziale, nei pressi dell’Annunziata. Infine poi si preferì il luogo attuale, che faceva parte del comune di Paceco. La parte antica ha delle cappelle davvero belle dal punto di vista artistico-architettonico. Nel viale principale si può vedere la tomba dell’ammiraglio Marino Torre.

I Palazzi dell’800 e primi del ‘900

In piazza Vittorio Veneto troviamo diversi bei palazzi. Il Palazzo della Provincia o la Prefettura fu realizzato nel 1878 su progetto dell’ing. Nicola Adragna Vairo. Ha uno stile che rispecchia il gusto eclettico della fine dell’Ottocento.

Il Palazzo D’alì, oggi sede del Comune, risale al 1904.

Il Palazzo delle Poste in stile Liberty, su progetto dell’architetto La Grassa, fu costruito in soli tre anni, dal 1924 al 1927.

L’architetto Francesco La Grassa, di Trapani, viveva a Roma ma era considerato dalla sua città il progettista più originale ed evoluto ricevendo numerosi incarichi, molti progetti di opere pubbliche, tra cui fabbricati in viale Regina Elena, lo Chalet Fiorino, oggi Casina delle Palme. Per il ceto nobiliare realizzava numerose case, ville, palazzi e cappelle cimiteriali, con le particolari scale alla trapanese. Suo è anche il palazzo del Comando provinciale dei Carabinieri in Via Orlandini.

Dal 1921 al 1927 fu impegnato nella progettazione e costruzione del palazzo delle Poste di Trapani, l’opera forse più importante della sua carriera di architetto, per il quale ottenne un premio alla Mostra internazionale di architettura di Torino (1926).

Piazza Vittorio Emanuele II

Quasi a dividere la parte antica della città da quella più recente, Piazza Vittorio Emanuele è caratterizzata da alte palme e aiuole. Al centro della piazza si erge la statua di Vittorio Emanuele II, re d’Italia, realizzata nel 1882 da Giovanni Duprè.

Di fronte alla statua vediamo la Fontana del Tritone, anch’essa circondata da palme e aiuole. La vasca risale al 1890, ma il gruppo scultoreo del Tritone è opera del maestro trapanese Domenico Li Muli ed è del 1951. Una curiosità sul maestro Li Muli. L’ultima sua scultura pubblica risale al 1986, all’età di 84 anni, ed è la stele di Pizzolungo. Creata in ricordo della strage del 2 Aprile 1985, raffigura le tre vittime, la mamma che abbraccia i suoi due figli. Tra l’altro il maestro morì in solitudine nel 2003 nella casa di riposo pubblica “Serraino Vulpitta”.

Villa Margherita

Durante la stagione estiva, ancor prima della distruzione del Teatro Garibaldi, era consuetudine proseguire le rappresentazioni teatrali nella bella Villa Margherita, costruita nel 1890. Il palco era posto, come oggi, in uno spiazzale centrale sormontato da grandi ficus che in piena estate assicurano fresco e ristoro. Il luglio musicale, con grandi spettacoli di lirica, per iniziativa del Maestro Giovanni De Sanctis, esiste dal 1948 e si svolge proprio in questo grande teatro all’aperto dedicato al tenore Giuseppe Di Stefano.

Di fronte alla Villa non mancano altri bellissimi palazzi tra cui il Palazzo Platamone, storico palazzo nobiliare costruito a inizio novecento per volere del Marchese Enrico. Il Gruppo dell’imprenditore trapanese Bulgarella ha ristrutturato il palazzo per renderlo un lussuoso hotel nel centro di Trapani, attirando così gli investitori spagnoli che l’hanno chiamato Andrea Rooms Mate. Collaborazione tra l’altro durata solo pochi mesi perché a quanto pare non redditizia per la holding spagnola.

Insomma, come avrete capito, anche se non sempre in ottimo stato c’è un gran patrimonio storico culturale a Trapani, con tante cose da vedere. E la lista non finisce qui. Di molte cose non ho parlato.

Foto: Maria Virzì